venerdì 20 aprile 2012


Mantova...sotto l'aspetto arististico e monumentale,
quello probabilmente più conosciuto,
ma soprattutto
quello "naturalistico", senza dubbio meno conosciuto
  ma non per questo meno bello,
coi suoi  laghi ,
la sua flora e la sua fauna..seguitemi
in questo fantastico viaggio....
Mantova, perla di cultura e bellezza nel cuore della Lombardia,
offre numerosi itinerari turistici in grado di combinare arte, cultura e gastronomia. La splendida Mantova (Mantua in latino, probabile latinizzazione dell'originale toponimo etrusco), città ricca di arte e storia, è da sempre considerata una città a misura d'uomo: splendida e aristocratica, la città è circondata da straordinari panorami e da gioielli artistici ed architettonici unici nel loro genere. Importanti casate hanno dominato su Mantova e sul suo territorio: di queste famiglie è ancora possibile ammirare i palazzi, i monumenti e le opere d'arte realizzate nel corso dei secoli. Tuttavia il periodo più florido (dal punto di vista economico, sociale ed artistico) si è avuto sotto il ducato della famiglia Gonzaga, composta da personaggi illustri, molti dei quali particolarmente amati. Il ducato dei Gonzaga è caratterizzato dalla presenza di maestosi monumenti del medioevo e del rinascimento famosi in tutto il mondo: Il Castello di San Giorgio (con la celebre Camera degli Sposi di Andrea Mantegna), Palazzo Te (opera dell'architetto Giulio Romano e famosa per i suoi affreschi), ed il Palazzo Ducale.
                                         Castello di San Giorgio
                                                      Palazzo Ducale
Camera degli Sposi



Questo video mostra Mantova in tutta la sua bellezza,
una perfetta unione di arte, natura e...buona cucina

Ed ora visitiamola sotto l'aspetto "naturalistico"...
                                          Nei laghi mantovani sono presenti
 i fiori di loto (nelumbium nucifera), originari del Sud Est asiatico.Visitando questa bellissima città,  nei mesi di Luglio ed Agosto si può avere la sorprendente sorpresa di ammirare la spettacolare fioritura.Sia con una gita in barca che dalle sponde del parco pubblico di Belfiore, si può ammirarare quest'isola galleggiante. La loro bellezza è certamente indescrivibile, ma dal punto di vista ambientale l'introduzione del fior di loto è stata un'operazione discutibile data la loro forte capacità infestante che fa si che siano oggetto di massicci interventi periodici sfoltire per preservare l'integrità dei laghi. L'introduzione in Italia del fior di loto è opera nel 1914 dei padri Saveriani di Parma che decisero di utilizzare la fecola ottenuta dai rizomi a scopo di alimentazione, come da secoli facevano i cinesi. Anna Maria Pellegreffi, giovane laureata in Scienze Naturali si occupò del trapianto dei rizomi nel Lago Superiore di Mantova nel 1921, ma questa strana farina non ebbe successo nella cucina mantovana, in compenso lo ebbe il fior di loto che iniziò a colonizzare i laghi, dando al paesaggio una visuale emozionante e surreale. Tuttavia come per ogni cosa nacque anche per la nascita del fior di loto una leggenda. Si racconta che un giovane viaggiando per l'oriente conobbe una ragazza dagli occhi a mandorla e con la pelle profumata come i petali del fior di loto. Venuta a Mantova, la povera ragazza, nello specchiarsi nel lago, vi cadde, perdendo la vita. Il ragazzo allora gettò dei semi del fiore nel lago in modo che, fiorendo ogni estate, potessero ricordare con il loro profumo e la loro delicata bellezza la sua sposa e sconfitto dal dolore si tolse la vita sparendo anch'egli nelle acque del lago. Oltre al re incontrastato del lago, è facile vedere le specie autoctone come la castagna d'acqua (Trapa natane), detta anche Trigol, particolarmente sviluppata sul lago di Mezzo con i suoi frutti forma di piramide e commestibili, le isolette di ranuncolo d'acqua (Nuphar luteum) con i loro fiori di colore giallo dorato, che aprendosi solo in parte mantengono la particolare forma rotondeggiante e le ninfee bianche con uno splendido fiore profumato che forma raggruppamenti vegetali assieme alle altre ninfee ed erbe galleggianti (morso di rana, salvinia, cheratofillo etc). Sul margine, assieme alle canne palustri salici piangenti e cariceti (la famosa "carésa" utilizzata per impagliare sedie e confezionare cappelli e altri prodotti artigianali), cresce l'ibisco di palude, autoctono e molto raro, che si trova oltre che nelle Valli del Mincio solo in Toscana, Friuli e Veneto.  Ormai scomparsa in questi territori, come in quasi in  tutta Italia, l'Aloe d'acqua (Stratiotes aloides). Gli uccelli trovano nei canneti e nelle acque del territorio palustre il luogo ideale per deporre le uova e trovare cibo. È la fauna aviare quindi quella più rappresentativa della zona anche più limitrofa alla città. L'airone rosso, le gallinelle d'acqua, le folaghe con tipico piumaggio nero in contrasto con il bianco che si estende sulla regione frontale, e altri anseriformi utilizzano il lago per "fabbricare" nidi galleggianti al limitare del canneto sulla riva o su accumuli vegetali mai troppo a largo, l'airone cenerino invece, nidifica sugli alberi vicini ai numerosi corsi d'acqua per l'irrigazione che si ramificano per i campi della provincia, luoghi di nidificazione e di caccia anche delle poiane dei tarabusi e delle più "riservate" civette. La famiglia degli aironi presenti nelle acque del Parco del Mincio,  oltre al rosso e al cenerino comprende anche le garzette, svassi,  sgarze ciuffetto e le nitticore. Solitamente questi uccelli si  osservavano solo nei mesi tra aprile e settembre perché specie migratorie, ma negli ultimi anni hanno preferito sostare anche d'inverno. Tra le canne si nascondono i nidi della cannaiola e del basettino. Ma le dolci acque del lago e delle paludi del Mincio e del Po sono popolate anche dal pesce gatto, tinca, carpa, persico, persico trota, anguilla e dal vorace luccio, specie autoctone..purtroppo da alcuni anni vivono e si riproducono alcune specie alloctone, la più famosa delle quali è il gigantesco e dannoso siluro del Danubio. Lepri, fagiani e volpi possono essere i protagonisti di qualche incontro notturno nelle campagne mantovane. Rimpinzate dalle generose mani dei visitatori anche anatre e cigni sono da annoverare tra le specie presenti in "suolo" virgiliano, popolando, ormai senza troppi timori della presenza umana, le sponde dei laghi. Compiendo gite in barca con apposite imbarcazioni, con l'aiuto dei barcaioli si possono cogliere fiori di loto. La riserva naturale del Mincio dona ai visitatori un'esperienza indimenticabile il forte contatto con la natura fa apprezzare ancora di più le gite che possono essere anche di un sol giorno per rientrare poi in serata.
(immagini e informazioni prese dal web)
Grazie per avermi accompagnato in questo viaggio  tra i monumenti e le valli  lacustri della mia Mantova, una città che amo, nonostante  la sua umidità, le zanzare e le nebbie...ma sono parte di essa! E concludo con questa famosa frase di un grande poeta che ebbe i natali proprio qua,  Publio Virgilio Marone.... "Mantua me genuit"


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